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Silvia Piacentini

Note biografiche

Video ©2020 Giuseppe Piras

Silvia Piacentini nasce a Udine, prima di tre figli, l'8 maggio 1936.

 

Suo padre Antonio discende dai Piacentini del Priorato

di Varmo. Già capo della Ragioneria della Provincia di

Udine, nel dopoguerra sarà Sindaco del paese natale.

La madre, Caterina De Antoni, è nata e cresciuta a Rigolato,

in Val Degano. Istruitasi al collegio delle Dimesse di Udine,

discende da Serafina D'Agaro e da Amadio De Antoni, il

più sfortunato - perché morto giovanissimo - di quei fratelli

De Antoni che in Carnia crearono un fiorentissimo e longevo

commercio tratto dal patrimonio boschivo e dalla

trasformazione del legname.
 

Bambina di guerra, mentre la sua famiglia con i fratelli minori Maria Ida e Lorenzo è sfollata a Ciconicco (UD), viene mandata per sua sicurezza a frequentare le scuole elementari a Varmo, luogo d’origine del padre, nella bassa pianura friulana. Tra il paese e il Priorato, la grande casa della famiglia del padre che si trova isolata nella campagna contermine, vicino al secondo argine del Tagliamento e non lontano dal fiume Varmo e dal fiume Stella, Silvia passa con i nonni Piacentini una parte molto importante della sua infanzia. Frequenta assiduamente anche la casa degli zii Bacinelli, prendendo vivacemente parte alla vita del piccolo centro abitato. 
In questi luoghi Silvia vive determinanti e terribili esperienze di guerra: le bombe degli alleati sul ponte sul Tagliamento distante pochi chilometri, la presenza sul territorio delle forze armate del Terzo Reich, il dolore indiretto della perdita degli affetti di persone vicine in combattimento, l'avventuroso salvataggio di un aviatore britannico, segretamente assistito e fatto fuggire - in piena occupazione tedesca - dalla nonna Ida, con l'aiuto dei bambini di casa (di questo ricordo è testimonianza nel racconto lirico dedicato al giovane aviatore denominato “Airone”).
I Piacentini e i Bacinelli sono tra le famiglie più antiche e importanti della zona. Il nonno Silvio, proprietario terriero di natali borghesi, è anche attivo nella flottazione del legname proveniente dalla montagna. La nonna Maria Ida Rossi viene da una famiglia nobile del coneglianese e ha non lontane origini veneziane di rango dogale. Ripudiata e diseredata dalla madre per la sua scelta di sposare un borghese molto più anziano di lei, Nonna Ida aiuta quotidianamente il marito nel lavoro e nella gestione delle proprietà.
Questo peculiare mondo è popolato di figure diversissime per estrazione, colte e umili, che convivono una accanto all’altra, senza reali soluzioni di continuità: dai nonni, ai famigli, ai coloni, tutti sono cittadini egualmente legittimi del mondo infantile di Silvia, tutti accomunati dalla lingua, il peculiare friulano della zona, che per Silvia diventa una “lingua mondo” ancor prima che una lingua madre. Lei la fa sua comunicando quotidianamente con i protagonisti di questo scenario e la singolarità di questa esperienza sta nel fatto che essa è peraltro unica: i suoi genitori, parlanti ciascuno due forme di friulano molto diverse, nella loro casa di Udine si esprimono tra loro e con i figli solo in italiano.
Quando Silvia si riunisce alla sua famiglia, di cui infine si giudica sia giusto che condivida i destini senza esserne separata, l'esperienza linguistica del Priorato di Varmo resterà incisa in lei per sempre, anche perché rinnovata puntualmente dalla consuetudine familiare nelle epoche successive, oltre che da una costante abitudine a comunicare informalmente in friulano con chiunque possegga l'idioma.

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Durante gli studi classici al Liceo Stellini di Udine, Silvia conosce Ugo Fiorentini, con cui si sposerà nel 1959. Conseguita la maturità classica, si iscrive a Medicina a Padova, laureandosi - in attesa del terzo figlio - nel 1964. 
A metà degli anni ‘70 inizia una lunga e impegnativa carriera professionale come medico: dapprima dirige l’I.N.A.D.E.L. di Udine, quindi lavora presso la U.S.L. come medico funzionario specializzato in medicina legale e in prevenzione e igiene pubblica. Successivamente, già aiuto del primario del Dipartimento di Igiene Pubblica e Medicina Legale della A.S.L. Udinese, all’inizio degli anni ‘90 ne dirige a sua volta le sorti come caposettore. Conclude con lieve anticipo la sua carriera, con ruolo diringenziale, nel 1999, per assistere il marito Ugo, ammalatosi gravemente l’anno prima. 
Resta vedova nel 2001. Nella nuova fase della sua vita apertasi con questo cambiamento doloroso e profondo, Silvia continuerà per diversi anni a spendersi con le sue competenze in ambito scientifico, operativo e benefico. 
Ha quattro figli e quattro nipoti. L’ultima discendente, nata nel 2017, porta il suo nome.

 

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Ph. Erna Fiorentini

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