Doveva volare

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"Come Icaro" nasce di slancio, con la rincorsa di chi ali non ha, ma di volare non può fare a meno.

Questo ep fa tesoro di istanti irripetibili e di materiali nati provvisori. Alcuni di questi "takes" dovevano restare privati, essendo finalizzati alla mia personale ricerca ed esplorazione del suono; altri vengono dalle performances, hanno già avuto confronto pubblico ma, come accade in ogni live, intrinsecamente effimero e destinato all'oblio.

Tutti hanno in comune l'esser stati registrati in modo precario, suscettibile alle correnti d'aria delle circostanze. 

Di queste  esecuzioni (destinate, per la fragilità della registrazione, a restare nel cassetto) ho voluto alla fine accettare l'irrinunciabile e irripetibile originalità.

Di qui la scelta di condividerle in questo ep, nel quale, come Icaro, la musica vola incontro all'ascolto piena di speranze e di incoscienza.

Non ha paura di cadere. 

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Grazie a Luca Sparagna, che mi ha registrato in "Luce" dal vivo.

Grazie a Christine Garabedian, i cui suggerimenti hanno contribuito preziosamente al fiorire del testo della canzone "Come Icaro (Song for Baltasar & Blimunda)".

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Grazie a Giuseppe Piras, compagno d'ala e di ricerca artistica,

dentro a fuori dal nido.

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Grazie a Vincenzo Fiorentini per la sua generosità e la sua  straordinaria creatività improvvisativa, fondata su un grande talento musicale e sull'approfondimento devoto, serio, costante di questo linguaggio.

Grazie ad Alessandro Cubi, amico fraterno, chitarrista, autore e compositore, in questa occasione fattosi gioiosa e infaticabile ape operaia della mia musica, che ha reso miele sulla punta delle dita del nostro trio volonteroso.

Grazie ad Andrea Cutri, che con il suo abile mastering ha dato potenza al mio suono piccolo e ne ha evidenziato la forza e la peculiare audacia, che si nutrono anche delle loro imperfezioni.

Grazie a Silvia Piacentini, la cui poesia, come un filo, conduce fuori dai loro labirintici destini non gli Eroi, ma i Mostri apparentemente più temibili, lasciandone scoprire l'ineffabile e segreta tenerezza.

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Grazie a mio marito Giorgio Favet, che, con fiducia cieca e amorevole nel fatto che io avrei trovato le note e le parole, con un gesto rapido, senza staccare la penna dal foglio, ha graffito in un solo segno il ritratto di Icaro, che doveva volare.

E come Icaro, così deve la mia musica.

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