La musica, lei sola, può disegnare i miei tanti incontri randagi, perchè incarna lei stessa la fatica del non trovar luogo.

In questo album la musica ha voluto per forza restare se stessa. Io invece ho avuto paura: nella scelta di registrare Incontri randagi come live in studio, in presa diretta, ho infatti dovuto sforzarmi fino in fondo di accettare, accogliere, svelare tutte le mie increspature. Per niente facile. Per niente.

Ora però sono felice. Come i randagi, i brani di questo album sono infatti fioriti orgogliosi e magri, essenziali e veri. Là dove andranno, diranno solo la verità.

Così, suppongo, continueranno a percorrere i margini, che sono il destino intrinseco di chi ambisce a restare se stesso, anche al prezzo di fare il viandante. Ed è un bel destino, perchè sui margini il viaggio è infinito e la vita grande, piena di incontri.

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Ringrazio di cuore Vincenzo Fiorentini, chitarrista e fisico teorico, e Andrea Cutri, musicista, compositore e ingegnere del suono, che mi sono stati compagni in questo vagare musicale che ho avuto il privilegio di registrare sulle luminose rive occidentali della Sardegna, al Sinis Waves Studio di Cabras (OR) nel maggio 2018.

Grazie a Silvia Piacentini, autrice delle tenere e immaginifiche poesie che hanno dato senso e contenuto ai brani "Primo Natale (senza te)", "Vigi (ballata in memoria)" e "In cheste sere". Grazie a Maria Ida Piacentini, che è stata la disinteressata e affettuosa mecenate di questo progetto. Grazie ad Alessandro Cubi per la sua specialissima recensione. Grazie a Erna, ad Anto, a tutti gli amici fiduciosi e generosi di aiuto.

Infine, grazie a Giorgio Favet: tenendo me e la mia musica randagia per mano, ci ha portate fin qui. E ora la viandanza continua, insieme.