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2019, riflessi di musica oltre la giungla

Aggiornamento: 29 ago 2020

Riassumere un anno intero pieno di musica live, di nuove composizioni e di nuove collaborazioni non è facile, ma tocca tentare...


L'ormai consueto inverno di clausura si è esteso dal 20 dicembre 2018 alla fine di marzo 2019. Quasi tutti gli inverni miei sono così, un po' ombrosi, ma l'inverno è anche la mia stagione preferita, quella in cui sono nata e che è in fondo anche quella della ciclica ri-nascita segreta e silente (ma solo in apparenza). La luce passa più lenta tra i rami senza foglie e dopo il solstizio d'inverno le giornate ritornano ad allungarsi e le prime gemme legnose preludono alla fioritura che verrà...

Disegno di Giorgio Favet

Ma anche per me, anche questa volta, il legno ha ceduto al verde tenero, per fortuna!

Dapprima, la coda dell'inverno mi ha portata sui media. A febbraio con Marco Maria Tosolini a Talentopoli - Radio Rai FVG; a marzo con Paolo Cantarutti ad AtorAtor - Radio Onde Furlane. Due interviste nelle quali ho potuto raccontare diffusamente di me e del progetto musicale Incontri randagi, l'album del 2018, oltre a poter far sentire un poca della mia musica nell'etere (anche dal vivo, grazie alla richiesta di Paolo di suonare le fisa in trasmissione).


Gaudenti carsolini alla faccia mia... Ph. Giorgio Favet

Aprile mi ha portata al Be Happy di Prosecco, per condividere con il pubblico della Bottega del mondo il disco Incontri Randagi (live in studio) in versione acustica per sole voce e fisarmonica. Ho avuto modo di presentare il lavoro e di sgranchirmi in vista di una intensa stagione che ha fatto seguito a questa prima uscita sul Carso triestino.




Maggio.

Come vincitrice di Ibla Grand Prize 2017, tra il giorno 6 e il 7 mi sono esibita sul palco della Carnegie Hall, nella sala cameristica, la Weill Recital Hall, e anche alla New York University, con la mia composizione originale per voce e fisa "La stagione dell'oblio".

Locandina di Ibla Grand Prize NYC 2019

Performing @Carnegie Hall - Ph. Nikolas Grasso
Performing @Carnegie Hall - Ph. Nikolas Grasso

Inutile descrivere l'emozione di suonare e cantare la mia musica per il pubblico della NYU e, ancor più, in una sala acusticamente eccezionale come quella della Carnegie. Alcione, la mitica principessa fattasi uccello con il suo compagno Ceice, dedicataria del brano, ha volato più alto e più veloce che poteva, portando alla mia "picchiata" personale - tra gli altri - gli apprezzamenti del critico newyorkese Jeffrey James (http://www.soundwordsight.com/2019/06/the-winners-of-the-ibla-grand-prize-international-music-competition-weill-recital-hall-at-carnegie-hall-may-7-2019/?fbclid=IwAR1IAgMFK-E52s8j0_eYfEIicThpZDM-JHRaDy4_mYpXjxvz-bv-kCnhi-0). Anche se non sono rimasta particolarmente affascinata dallo scenario di Manhattan, giocoforza molto ambito da qualunque artista, ho condiviso con molto piacere con gli altri musicisti coinvolti l'esperienza di un backstage di tutto rispetto, impeccabilmente diretto dal M° Salvatore Moltisanti e da Michael Yasenak di Ibla Foundation NYC, che tengo a ringraziare per questa esperienza professionale davvero notevole. Qui trovate il video delle performance e delle prove, di cui pure ringrazio molto l'organizzazione. Un ringraziamento sentito va anche a Nikolas Grasso, il fotografo ufficiale di Ibla Grand Prize NYC 2019, cui devo le mie immagini prese nei live.

Performing @Carnegie Hall - Ph. Nikolas Grasso
Performing @NYU - Ph. Nikolas Grasso

Ci sarebbero poi molte cose che vorrei raccontare, non tutte lineari (anzi), sull'urbanitas di Manhattan, sul conflitto stridente tra il luccichio delle vetrate vertiginose o delle acque segrete di Central Park e la miseria assoluta dei disperati accasciati sui marciapiedi, i medesimi marciapiedi su cui risplendono le insegne di Bulgari, nell'indifferenza totale di migliaia di passanti. Prima o poi ci arriverò, a raccontarne, ma per ora confido solo qui che, in rivolta contro questa polarità mostruosa tra ricchezza e povertà, la mia voce - dopo la Carnegie - è andata in sciopero e c'è rimasta per svariate settimane. Di tornare a cantare senza tremori e timori si è riparlato appena a luglio. Che sia stata solo la micidiale aria condizionata della Norwegian Airlines, o forse una protesta silente (e silenziante) venuta da dentro, mio malgrado... o nemmeno tanto)?CA suggello dell'esperienza, al mio rientro ho pescato quasi per caso, dall'opera "Poeta a New York" di Federico Garcìa Lorca, una drammatica poesia, "New York - Ufficio e Denuncia" (VII, Vuelta a la Ciudad). Più di ogni mia parola e più della mia voce, quest'opera fa risuonare oltre ogni silenzio e oltre ogni sfasatura temporale cosa sia Manhattan e cosa nel mio piccolo io abbia afferrato nell'intrico urbano della Grande Mela di oggi.

Alla luce di ciò mi appare commovente anche la canzone che dalla poesia ha tratto Roy Brown Ramirez, dando suono a questo testo magnifico. La trovate da sentire sul sito di Canzoni contro la guerra, qui.


Intorno al 20 di maggio eccomi all'Università La Sapienza, a Roma, con il progetto Sentire il Margine, che, evoluzione live di Incontri randagi, è diventato un recital tessuto tra parola (narrata e poetica) e musica, accompagnato dalle preziose immagini video e fotografiche costruite in sincrono da Giuseppe Piras.

Beppe era presente con me durante lo spettacolo, insieme con Vincenzo Fiorentini, impegnato ad accompagnarmi alla chitarra elettrica.

Il live è stato presentato alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Piazzale Aldo Moro, in Aula Odeion, all'interno della Gipsoteca della Facoltà. Siamo stati ospiti della Professoressa Tiziana Banini, titolare del corso di Geografia Culturale, Geografo presso il Dipartimento di Lingue e Culture moderne della Facoltà e, con mia gioia, convinta estimatrice dei miei e nostri contenuti.

Alla performance erano presenti amici romani, docenti de La Sapienza, ma soprattutto gli studenti, insieme ai miei adorati nipoti, figli di Vincenzo, e a Paola, sua moglie. Abbiamo anche avuto il privilegio di avere Riccardo Arena presente a fotografarci e la soddisfazione, pur nella fatica della realizzazione, di avere creato un lavoro intensamente meditativo, di cui trovate un assaggio video qui.

Per il resto, abbiamo gustato a fondo la gioia di condividere tra noi la trasferta, la compagnia dei nostri cari ed amici residenti a Roma, il verde dei balconi e dei viali della Capitale, sempre scandalosamente rigogliosi, e più che mai in primavera.


Con me Beppe Piras @ real time video

Vincenzo Fiorentini - Ph. Riccardo Arena

Live @La Sapienza- Ph. Riccardo Arena
Ph. Riccardo Arena
Ph. Riccardo Arena


Primo Giugno. Sentire il Margine è stato ospite dell'Associazione Teatro Rurale a Lauzzacco di Pavia di Udine in Friuli. Questa volta alla chitarra acustica c'era Alessandro Cubi (alle immagini il solito valentissimo Giuseppe Piras, che ha pazientemente riadattato tutto il sincrono a contenuti leggermente rinnovati rispetto alla performance romana). Il live è stato tessuto nel suggestivo teatro open air realizzato e tenuto in vita nel loro casale da Fabio Folisi, Daniela Piria ed Enrico Folisi.

Prove con Sandro Cubi al Teatro Rurale

Con Sandro e Beppe. Ph. Eliana Pellegrini

Le suggestioni del luogo sono davvero molto speciali e, insieme all'affetto del pubblico presente, non numeroso ma molto attento, hanno scaldato la musica e i cuori di noi musicanti, che peraltro eravamo incantati dal poterla ricamare letteralmente sotto le stelle nella campagna friulana, con le lucciole a farci compagnia. Trovate un assaggio della bella serata qui.

Sentire il Margine al Teatro Rurale - Ph. Beppe Piras

Cinque Luglio. Anche la caldissima estate 2019 ha camminato in bilico sul Margine e ci ha portati con il nostro recital di musica, racconti e immagini anche alla rassegna L'Arte non Mente - Genius Loci. Oltre l'ex manicomio, a Udine, organizzata annualmente dalla Coop. Duemilauno presso il Parco dell'ex manicomio udinese di Sant'Osvaldo.

Locandina di Sentire il Margine a L'Arte non Mente

Anche in questo caso il live si è tradotto in un'esperienza assolutamente irripetibile; non solo perché nuovamente abbiamo riadattato contenuti e immagini (grazie Beppe!), ma anche perché abbiamo scelto di fare il concerto in mezzo alle stanze e all'esposizione del Padiglione 9 - "Agitate", aperto quest'anno per la prima volta al pubblico e alle opere d'arte realizzate per la rassegna da autori di tutta Italia. Il padiglione delle "Agitate" con il suo dolore impresso in intonaci cadenti, muffe, celle e crepe si è aperto per essere - per quanto possibile - vissuto e sentito dal pubblico attraverso le opere lì esposte e, in parte, anche attraverso il nostro live. In questi spazi pieni di memoria tragica di reclusione, Vincenzo Fiorentini (chitarra elettrica), Alessandro Cubi (chitarra acustica), Giuseppe Piras (real time video) ed io - stavolta tutti insieme - abbiamo realizzato l'ultima uscita di Sentire il Margine. L'esperienza ci ha dato modo di eseguire e registrare live il brano Come Icaro, che ho successivamente inserito nell'omonimo EP pubblicato on line a settembre 2019. Ma soprattutto ci siamo trovati immersi - con la nostra pur duramente conquistata libertà di esprimerci e di vivere come ci piace - in uno spazio pieno di storie di angosciata limitazione alla libertà di esistere come persone, uno strazio ampiamente rievocato dalla rassegna, con lo scopo di non perdere la memoria terribile che trasuda dagli spazi dell'ex manicomio, e da noi assorbito come un colpo forte in petto, con resistenza e umiltà, con la forza dell'essere insieme, lì, a creare e condividere la nostra piccola briciola di vita.

Con Vincenzo e Sandro. Ph. Tiziana Cubi

Forse per questo contatto duro, ma anche lentamente fatto nostro con rispetto e timidezza, la voce che era sparita a New York è tornata e ha cantato. E con dolente leggerezza, alla fine dello spettacolo, ci siamo permessi di condividere una birra insieme agli amici più cari di Udine, sul prato esterno al padiglione, in un'aria non più torrida e piena di stelle nella notte, sopraggiunta sul filo delle nostre note e immagini. Eabbiamo brindato, come si usa a Trieste, con un colpo sul tavolo dedicato "a chi non c'è", ma in effetti c'era, intorno a noi, e moltissimo, ancora.

Potete assaggiare la performance udinese in due diverse versioni: una qui e l'altra qui. Mentre qui trovate il video che Beppe Piras ha fatto alle nostre prove musicali generali del 24 giugno, rubate alla geografia che condanna il nostro quartetto a intersecare rotte lontane, tra Roma, Trieste, Monfalcone e Muggia. Sotto lo sguardo vigile e mai completamente addomesticato del nostro adorato gatto Pepe, che oggi non c'è più, abbiamo in pochissimo tempo creato qualcosa di cui mi sento molto fiera e sono grata a Beppe, che ne ha tracciato una memoria così bella e tenera, piena di emozioni ammiccanti che potremo sempre condividere.



Agosto-Settembre. Tempo di canicola prolungata, dedicato a due filoni di lavoro:


A) la collaborazione al concetto, alla stesura e alla realizzazione scenica del recital con musica Voglio andare lassù, nato da un'idea di Melania Lunazzi, da lei scritto e da me adornato di musiche originali e di una videoproiezione in sincrono. Dedicato al 140° della prima risalita femminile del monte Sernio, realizzata dalle carniche sorelle Grassi, è stato portato in scena da noi in persona per due volte: a Paularo (UD) il 20 agosto entro la rassegna Sernio 140 (un microspot lo si trova qui) e poi al Kugy Mountain Festival a Tarvisio, il 24 dello stesso mese.

In questo progetto è nata, per me, la nuova canzone "Lassù", che è in vista di pubblicazione entro il 2020. Dissociata oggi, come me in persona, dal progetto da cui è nata e che invece ha continuato a svilupparsi con altre persone, la canzone è stata integralmente trasmessa, oltre che nei due live, anche in radio grazie a Paolo Cantarutti (su Radio Onde Furlane);




B) il lavoro di recupero dei migliori tra i materiali messi a punto in chiave sperimentale durante le sonnolenze invernali (Zoe e Charlie Brown Swing registrate come prime prove di home studio), di quelli registrati dal vivo (Luce, registrato da Luca Sparagna nel 2017, e Come Icaro / take 1, preso in diretta da me stessa nel luglio 2019) e infine di quelli elaborati ex novo in home studio (da cui ho salvato Medusa e Come Icaro / take 2).

Ho inviato la selezione dei lavori più convincenti al sempre caro Andrea Cutri e alle cure del suo mastering+finalizzazione presso il Sinis Waves Studio di Cabras. E ne è nato "Come Icaro", un EP in sei tracce che ho pubblicato on line il 5 settembre. Lo trovate, tra gli altri portali, anche qui.

Da questa prima esperienza grezza di studio di registrazione autogestito è uscito un suono di cui sono - nonostante gli errori evidenti e proprio nei miei limiti di principiante - soddisfatta nel profondo. Mi ha insegnato e fatto scoprire molte cose che non sapevo di me, della mia voce, del mio groove di strumentista.


25 Settembre. Eccoci con Alessandro Cubi a presentare congiuntamente l'EP Come Icaro e il nuovo album di Sandro, Scorci di noi, in un mix live dei brani di ciascuno, alcuni eseguiti "a quattro mani" intrecciando fisa, voce e chitarra, altri invece individualmente, in autonoma ispirazione.

Ad accompagnarci, a video, i disegni da ciascuno dei due, scelti a chiosa della propria opera e di quella messa in comune. Il tutto è avvenuto alla Casa della Musica di Trieste, dove Gabriele Centis e la Scuola di musica 55 ci hanno accolto con la consueta generosa amicizia, per consentirci di dare prima "pubblicità" alle due creature. Nello stesso giro di giorni le abbiamo presentate anche su alcuni media: alla trasmissione Tommy (Radio Onde Furlane, thanks to Mauro Missana e Paolo Cantarutti), a Ore 7 (Telefriuli, thanks to Francesca Spangaro) e sul Piccolo di Trieste (thanks to Gianfranco Terzoli).

Con Sandro a Onde Furlane - Ph. Tiziana Cubi

Carissimi sono stati tutti gli amici presenti alla serata, in gran parte nuovi alla cosa... ma... avevamo zero sconosciuti in sala... ne è uscita comunque una serata calda e avvolgente, che ha minimizzato la sensazione non nuova e di solito un po' abbacchiante che sia davvero difficile farsi profeta in patria. Ma la nostra musica ci ha soddisfatti e anche l'inedita interazione tra di noi, specie sui materiali originali di Sandro, brani che ho, con piacere, potuto accompagnare alla fisa e cantare in prima persona, in un duetto con lui sulla sua musica - e non solo sulla mia - che inseguivo da un anno intero.

Ne trovate la testimonianza completa qui.



L'anno si è chiuso con due propositi che hanno scartato di lato: partecipare a Musicultura 2020 e scrivere un brano per un concorso organizzato da un coro A.N.A.

Quest'ultimo è nato, si chiama "E noi si cantava", ma non l'ho mandato a concorso. Ho invece proposto al direttore del coro suddetto di valutare la possibilità di una collaborazione più diretta e personale. E in questo senso siamo in progress, con i tempi della stagione invernale che nel frattempo ci ha riavvolti, rallentando la realizzazione degli intenti ma non la ricerca di una collaborazione.

L'inverno mi ha anche portato la novella che Musicultura non mi ha lasciato superare le prime selezioni avvenute sulla base di un provino registrato; quindi non accederò alla fase di selezione dal vivo; ma la giuria ha riscontrato con un voto "positivo" (diciamo un 7) la mia canzone Fronte Mare (incontri randagi), in una scheda di commento che, per quanto esprimendo alcune riserve soprattutto tecniche, in sostanza mi invita a perfezionare alcune cose, ma per fortuna non mi intima di cambiare mestiere...

Per una che a quasi 50 anni ha il background che ho io il risultato non è male.

Ma soprattutto, nell'occasione mi ha resa felice il sondaggio preliminare che ho fatto tra amici e conoscenti per capire quale mio brano fosse più adatto a un concorso dedicato alla canzone popolare italiana, quale Musicultura appunto è.

Le persone che ho consultato mi hanno dato molta gioia con la loro attenzione e la loro stima.

Forse i grandi palchi pop non sono né saranno mai il posto giusto per me (e perciò sono tanto più fiera della mia "super-accademica" Carnegie e del critico statunitense che mi ha conferito il timbro di una "real stage presence" [vedi qui sotto **] ), ma l'incoraggiamento che mi arriva spesso dal cuore delle singole persone dedite ad ascoltarmi impedisce alla mia desolazione ricorrente di farmi desistere dal mio lavoro lento e a volte scoraggiante: quello di aprire pazientemente - con un piccolo machete di suoni e parole e silenzi - un sentiero nella giungla fitta che imprigiona ciò che vorrei dire, dare, o semplicemente lasciar passare.


Ora è di nuovo inverno, la giungla è fitta ma senza foglie, la luce del giorno si allunga. Nel silenzio riprende a scricchiolare - e a cedere alle gemme - il legnoso velo delle cortecce.


**Ecco qui il commento testuale di Jeffrey James, che mi lusinga, salvo la sua piccola lamentela sulla mancata traduzione del testo del brano eseguito in italiano (ma in sei minuti, come fare?): "Then, the fascinating Italian singer/accordionist Caterina Fiorentini, who offered lovely, expressive playing and vocals. However, some sort of translation or synopsis of the subject matter would have helped and enhanced her presentation of one of her own compositions. She projects a terrific street performer kind of vibe (in the best sense of that term) and has real stage presence [...]". :-)



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