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E Tacita Muta ritrovò il suo Canto

Aggiornamento: 29 ago 2020


Il 21 febbraio 2020 la poetessa Silvia Piacentini, medico in pensione e madre di quattro figli (dei quali io sono l'ultima), ha ricevuto il riconoscimento "Tacita Muta 2020" per la sua attività poetica, in particolare per quella parte di creazioni realizzate in lingua friulana.

Insieme a lei, con il piccolo merito garibaldino di aver saccheggiato le sue composizioni e di averle musicate, ho a mia volta beneficiato di questo onore che è stato conferito a entrambe contestualmente dall'Associazione Internazionale dei Critici Letterari, dall'Associazione dei Sardi di Roma Il Gremio, dal Fondo VP Sardinia, dall'Associazione Salpare di Alghero e dall'Associazione Fogolar Furlan di Roma.

Giornata commemorativa delle feste dedicate nell'antica Roma a Tacita Muta, la dea del Silenzio, il 21 febbraio è anche la giornata UNESCO per le Lingue Minoritarie e commemora un grave fatto di sangue e di repressione avvenuto in Pakistan, in occasione dell'uccisione di alcuni studenti del Bangladesh, che rivendicavano il diritto di studiare ed esprimersi nella loro lingua.

Come le lingue minoritarie, come la Ninfa Lala/Tacita Muta, la poesia di Silvia Piacentini è stata a lungo prudentemente solo sussurrata tra fogli sparsi e piccoli appunti scritti un poco ovunque durante una vita intera. A Neria di Giovanni, Valentina Piredda, Antonio Masia e Francesco Pittoni va il merito di averla saputa ascoltare nel suo proporsi sottovoce, attraverso mia musica che ha solo modestamente avuto la sorte di sottrarla al silenzio.

Il 22 febbraio (il giorno dopo la data precisa, occorrendo un sabato per raggiungere Roma dal nostro lontano confine di Nord Est) abbiamo potuto presentare il recital "L'idioma perduto. La voce ritrovata", durante il quale Silvia ha declinato poesie e racconti dal vivo, che io ho rivisitato musicalmente cantando e con pianoforte e fisarmonica. Nel ricevere il premio siamo state festeggiate dall'ottantina di spettatori raccolti ad ascoltarci nella Sala Italia della Casa UnAR del Lazio, a Roma, in via Aldrovandi 16. Erano presenti anche i Presidenti della Società Filologica Friulana e della Sotzietade pro sa Limba Sarda, che ci hanno intrattenuti con alcune riflessioni sul friulano e sul sardo, due lingue minoritarie che il Premio aspira nelle sue originarie intenzioni ad avvicinare come sorelle, nella loro declinazione musicale e creativa.


Mi rallegra moltissimo che grazie alla sensibilità dei nostri interlocutori, l'attenzione ricevuta dal canto poetico di Silvia Piacentini abbia in qualche modo riportato voce della Ninfa Lala alla luce del suo vero splendore, quello di Cantaora di verità scomode, perché profonde e profondamente vere.






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